misuratore CO2, Temperatura, UR

Rilevatore di anidride carbonica

Uno dei principali fattori che influenzano lo sviluppo e l’attecchimento delle muffe è la concentrazione elevata di CO2, meglio conosciuta come anidride carbonica, emessa da piante, esseri umani ed animali nei loro processi respiratori. Normalmente innocua in percentuali inferiori ai 1000 ppmin ambienti vissuti e poco ventilati, supera rapidamente tale soglia causando subito malessere, mal di testa, stanchezza e sensazione di “aria chiusa”. Ma è importante sapere che le muffe, in quanto organismi vegetali, trovati gli idonei substrati porosi (tessuti, legno, muri, etc.), prediligono le alte concentrazioni di anidride carbonica, umidità e calore, come condizioni migliori per attecchire e svilupparsi.

Non a caso infatti, sono le camere da letto (quelle dove dormono 2 o più persone) le stanze dove prima appaiono le spore di muffa, specie quando in inverno si tiene chiuso, si alza la temperatura (e di qui possibili ponti termici…), ci si dorme per parecchie ore, producendo molto vapore acqueo e molta CO2, “alimenti” delle muffe, che ricordiamo essere costituite da minuscole spore sempre presenti nelle nostre dimore, che si diffondono di più in primavera, radicandosi e poi sviluppandosi nella stagione fredda.

Una corretta valutazione dei parametri ambientali nel sopralluogo di abitazioni contaminate dalle muffe, non può quindi prescindere, oltre ai dovuti rilievi con la termocamera, dalla misura delle percentuali di Umidità Relativa, della ventilazione naturale, dello stato e qualità degli intonaci e delle tinte, ma anche dalla misura dei livelli di anidride carbonica CO2 in ogni singolo ambiente.

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